Incontro-dibattito “L’Italia e le Armi Chimiche tra Storia e Attualità”

Grandissima affluenza quella vista all’Incontro-Dibattito “L’Italia e le Armi Chimiche tra Storia e Attualità” organizzato dall’Università di Milano e dalla Società Chimica Italiana con il sostegno dell’Autorità Nazionale per l’attuazione della Convenzione per il Bando delle Armi Chimiche del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ed il patrocinio dell’Osservatorio Sicurezza e Difesa CBRNe, di Federchimica, dell’Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, del Corpo Militare dell’Ordine di Malta, del Nato Science for Peace and Security Programme, della Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche e della Fondazione per lo Sviluppo e la Diffusione dell’Istruzione e della cultura scientifica e Tecnica.

L’appuntamento, rivolto ad un pubblico di non addetti ai lavori, ha visto l’amplissima partecipazione non solo di studenti dei corsi di dottorato e di laurea degli atenei milanesi, ma anche delle scuole secondarie superiori, con circa 320 partecipanti. Si è svolto nell’arco del pomeriggio con l’aiuto di esperti nel settore provenienti dal mondo istituzionale, accademico e industriale.

Dopo un saluto introduttivo da parte del consulente ambientale Emanuele Farruggia, Capo Ufficio dell’Autorità Nazionale per l’attuazione della convenzione per il bando delle armi chimiche, con un excursus storico dal primo impiego di gas asfissianti del 1915 alla situazione attuale, ed un saluto da parte del Presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Difesa CBRNe Prof. Roberto Mugavero, che nell’ambito della presentazione dell’Istituto ha sottolineato il particolare impegno di Osdife nelle attività rivolte al networking e alla cooperazione internazionale  per il contrasto della proliferazione di armamenti non convenzionali, è stata presentata in dettaglio dagli organizzatori la definizione di “arma chimica”, per chiarire alcuni luoghi comuni errati, eppure assai diffusi, circolanti nell’opinione pubblica relativamente a questi ordigni. Raffaele Attolini, medico e fondatore della Società Storica per la Guerra Bianca, ha quindi mostrato alcuni documenti e immagini originali del periodo della Prima Guerra Mondiale e delle guerre coloniali dell’Italia in Africa, descrivendo il massiccio impiego in questi conflitti di aggressivi tossici. Fabrizio Filippini, responsabile dell’Ufficio Regolamentazioni Specifiche di Federchimica, ha poi illustrato il costante impegno dell’industria chimica italiana odierna per soddisfare i severi controlli della comunità internazionale tesi a scongiurare il rischio di produzione illecita di aggressivi bellici.

L’intervento di Ferruccio Trifirò, direttore de La Chimica e l’Industria e consulente scientifico per l’Italia dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche, si è invece concentrato sulla dualità della chimica e sul sempre attuale dilemma legato all’impiego di conoscenze scientifiche e di capacità tecniche avanzate che, a seconda di come vengano gestite, possono risultare in un aiuto o in un danno per l’umanità.

Infine, Carlo Cesare Bonini, consulente dell’Autorità Nazionale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha tracciato la storia dei trattati e delle convenzioni internazionali, con particolare attenzione alla Convenzione di Parigi del 1993 e alla sua attuazione tramite la distruzione degli arsenali e il controllo della produzione e della diffusione di composti chimici ad elevata pericolosità. Con l’aiuto di fonti di stampa, è stato inoltre riassunto il coinvolgimento diretto diplomatico e tecnico dell’Italia nel percorso di distruzione dell’arsenale chimico siriano.

Molte domande, poste anche al termine dell’incontro dai più giovani tra i partecipanti, hanno mostrato come l’informazione che viene veicolata dai grandi mezzi di comunicazione (televisione, stampa e Internet), relativamente ai fatti di cronaca internazionale in cui l’uso di armi chimiche sia paventato o reale, sia spesso incompleta o addirittura, a volte, errata, per mancanza di approfondimento tecnico specifico da parte dei giornalisti. È auspicabile dunque che appuntamenti come questi, riproponibili con una formula simile anche in altre sedi, possano contribuire ad aumentare la consapevolezza e la conoscenza non solo del grande pubblico, ma anche degli specialisti della comunicazione.

L’Osservatorio, nell’esprimere il più grande apprezzamento per l’interessante iniziativa, rivolge un particolare plauso al Dott. Matteo Guidotti per l’impegno e la dedizione che da sempre dedica nella promozione di una cultura della sicurezza e che ha visto un’ulteriore concretizzazione nell’opera svolta per la realizzazione di questo importantissimo evento.

Notizie correlate

Ultime notizie