All’inizio di Febbraio, durante la tavola rotonda tenutasi a Bruxelles e organizzata da Agroinnova, il Centro di Competenza per l’innovazione in campo agro-alimentare dell’Università di Torino, e dal Regional Environmental Center of Budapest (REC), è emersa l’intenzione di sviluppare una task-force di esperti internazionali sul tema della biosicurezza, per definire strategie di risposta rapida in caso di introduzione deliberata di patogeni nelle colture e nella catena agro-alimentare.
Le attività oggetto della tavola rotonda rientrano nel più ampio programma Plantfoodse di cui REC e Agroinnova, quest’ultimo in qualità di coordinatore, sono partner; il progetto, avviato nel febbraio 2012 e finanziato con quasi 6 milioni di euro dalla Commissione Europea nell’ambito del Settimo Programma quadro, è nato proprio con l’intento di creare un centro di competenza internazionale sulla biosicurezza.
Secondo la direttrice di Agroinnova, Maria Lodovica Gullino, avere il Centro come Coordinatore del progetto Plantfoodsec rappresenta la tangibile evidenza del livello di eccellenza raggiunto dalla ricerca italiana in questo campo che potrà così consolidare il proprio ruolo di leadership europea sui temi della biosicurezza agro-ambientale e agro-alimentare.
L’iniziativa è stata sostenuta anche dal Ministero dell’Ambiente italiano, che ha riconosciuto l’importanza dello sviluppo di partnership internazionali sul tema della biosicurezza, per migliorare le competenze e far fronte tempestivamente e in modo efficace alle eventuali emergenze.
A sostegno dell’importanza nell’istituzione di una simile task force John Mumford, dell’Imperial College di Londra, altro centro partner del progetto, ha dichiarato che l’introduzione deliberata o accidentale di agenti patogeni nelle colture o in altri elementi della catena agroalimentare può causare non solo gravi conseguenze sulla salute della popolazione ma anche gravi ripercussioni economiche; secondo recenti stime, infatti, gli agricoltori di tutto il mondo avrebbero già speso miliardi di euro per il controllo di parassiti e patologie, perdendo un terzo della produzione; per tale ragione la diffusione deliberata di un parassita o di una patologia potrebbe comportare costi e perdite economiche e sociali difficilmente quantizzabili.
Gli effetti di simili contaminazioni sulle comunità il cui sostentamento dipende quasi esclusivamente da determinate colture potrebbero essere gravi soprattutto perché spesso tali collettività sono anche estremamente vulnerabili.
Allo stesso tempo, la rottura della catena agro-alimentare, può influire sulle abitudini dei consumatori sia in modo diretto che attraverso la contaminazione di prodotti correlati.
Grazie all’attività di ricerca promossa dall’Unione Europea, che ha coinvolto anche paesi come Stati Uniti, Turchia e Israele, oggi l’Europa possiede un pool di esperti che può collaborare sinergicamente costituendo una vera e propria task-force in grado di sperimentare rapidi metodi di risposta, metodologie di crisis – management e sviluppo di strumenti e metodologie per l’individuazione dei patogeni e per la sorvegliare delle colture.
Grazie al progetto Plantfoodsec saranno creati strumenti in grado di identificare con maggior precisione se agenti patogeni presenti nelle colture sono stati introdotti accidentalmente o deliberatamente, in grado di sviluppare idonee strategie di comunicazione per la prevenzione del rischio e in grado di realizzare una mappatura delle diverse competenze e specializzazioni presenti a livello europeo così da poter mobilizzare, a seconda del tipo di evento, le strutture e gli esperti più idonei. (Fonte: Adnkronos, Gazzette.it, www.plantffodsec.eu)