A Berlino, il mese scorso è scattato un allarme riguardante un presunto attacco chimico nella zona della celebre Alexander Platz.
Per ore si è temuto che ignoti avessero sparso sostanze tossiche in almeno sei fermate di tram e autobus attorno alla piazza.
L’allarme è scattato subito dopo le sette della mattina quando due dipendenti di una ditta di pulizie addetta alla pulizia di strade e edifici, dopo aver pulito e lavato le fermate della Bvg, l’azienda dei trasporti urbani berlinesi, hanno lamentato forti difficoltà respiratorie.
La polizia ha quindi isolato tutta la zona e dato il via alle indagini; il sospetto era che si trattasse di un attacco effettuato con acido fluoridrico, una sostanza a base di idrogeno altamente velenosa e pericolosa per polmoni, occhi e sistema nervoso.
Tuttavia gli accertamenti effettuati immediatamente dalle forze dell’ordine, dai vigili del fuoco e dalla polizia scientifica hanno escluso la presenza dell’acido nella zona che è stata riaperta al traffico intorno alle undici della stessa mattina.
Nella serata, però, i test di laboratorio hanno confermato la presenza di una sostanza tossica, contenuta in alcuni graffiti, realizzati sulle pensiline delle fermate degli autobus.
Nonostante il falso allarme, la Germania rimane in uno stato di tensione ed allerta in quanto, secondo il tabloid Bild, il rischio di attentati sarebbe in forte aumento a causa del grande impegno militare della Germania in Afghanistan e per l’intervento in Mali.
Sempre secondo il Bild, circa cinquanta elementi della scena terroristica di matrice islamica avrebbero temporaneamente lasciato il Paese per compiere addestramenti nelle basi di Al Qaida, con il fine di ritornare e colpire obiettivi sensibili in Germania e in Europa.
Un’anticipazione del Tagesspiegel ha rilevato che la comunità salafita è notevolmente cresciuta in Germania nel giro di un anno, arrivando a contare fra le sue fila circa 4.500 persone.
L’allarme della Bild è stato tuttavia ridimensionato da fonti del Ministero dell’Interno, che in replica al tabloid hanno sostenuto che “la situazione non è così drammatica”.
Sempre secondo il Ministero dell’Interno con l’intervento in Mali, cui la Germania partecipa con un supporto logistico e finanziario di 15 milioni di euro, non vi sarebbe stato un innalzamento della soglia di allarme antiterrorismo.(Fonte: La Repubblica, Il Messaggero)