RISCHIO SANITARIO – L’Inail e l’Istituto Superiore di Sanità mettono online la nuova banca dati

Il Dipartimento Insediamenti Produttivi e Interazione con l’Ambiente dell’Inail – DIPIA – e il Dipartimento Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria dell’Istituto Superiore di Sanità proseguono la loro attività volta alla salvaguardia e protezione dell’ambiente e dei lavoratori grazie all’aggiornamento ed immissione online, avvenuta il 20 dicembre u.s., della nuova banca dati “ISS-INAIL” per l’analisi di rischio sanitario ambientale.

Il database nasce dall’esigenza di colmare le incongruenze esistenti tra la classificazione di cancerogenicità e le sostanze.

La nuova catalogazione definisce le sostanze e la loro tossicità sulla base di un criterio che attribuisce i parametri tossicologici legati alla cancerogenicità in funzione della loro classificazione CEE e IARC (International Agency for Research on Cancer).

Il progetto, coordinato dalla Dott.ssa Simona Berardi, ingegnere presso il Dipia Inail, adegua anche la classificazione delle sostanze al Regolamento CLP (Classification, Labelling and Packaging), regolamento CE 1272/2008, che stabilisce i nuovi parametri per la classificazione, l’etichettatura e l’imballaggio delle sostanze e delle miscele chimiche, entrato in vigore il 20 gennaio 2009.

Disporre di un simile strumento è di fondamentale importanza per l’’analisi del rischio sanitario ambientale  poiché esso è il punto di partenza nelle decisioni e nella gestione dei siti contaminati in quanto consente di valutare, in via quantitativa, i rischi per la salute umana connessi alla presenza di inquinanti in un determinato sito.

Il punto di partenza per l’applicazione dell’analisi di rischio è infatti lo sviluppo del Modello Concettuale del Sito (MCS), basato sull’individuazione e parametrizzazione dei 3 elementi principali:

  1. la sorgente di contaminazione;
  2. i percorsi di migrazione degli inquinanti attraverso le matrici ambientali;
  3. i bersagli o recettori della contaminazione nel sito o nel suo intorno.

Questo in quanto si può determinare un rischio per la salute umana unicamente nel caso in cui, in un dato sito, i 3 elementi siano presenti e collegati tra loro.

Il nuovo database quindi è  un valido strumento di lavoro per gestire e valutare gli obiettivi di bonifica dei siti contaminati tra cui: impianti industriali, discariche e punti vendita carburanti.

Tali siti sono infatti ambienti dove il lavoratore è potenzialmente a rischio per esposizione  da inalazione, ingestione o contatto epidermico con gli  agenti chimici pericolosi che sono presenti nelle acque di falda e/o nel suolo insaturo su cui queste attività sono impiantate. (Fonte: INAIL, Ispra Ambiente, Quotidiano Sicurezza)

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