Intelligence: Modernità e Valenza di uno Strumento spesso Oscuro

Grande partecipazione ed interesse ha visto lo svolgimento del Seminario“Intelligence: Modernità e Valenza di uno strumento spesso oscuro” tenuto dal Prof. Maurizio Carboni, docente presso l’Università Internazionale di Scienze Sociali – UNINTESS.

L’attività, promossa dal Dipartimento di Ingegneria Elettronica e dall’Osservatorio Sicurezza e Difesa CBRNe all’interno del Master di Secondo Livello in “Sistemi e Tecnologie Elettroniche per la Sicurezza, la Difesa e l’Intelligence”, ha visto una folta partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, mondo accademico, della ricerca ed industriale impegnati nei campi della sicurezza e della difesa.

Obiettivo del seminario è stato evidenziare la modernità dell’intelligence quale strumento  di  fondamentale importanza  per la salvaguardia della sicurezza degli interessi nazionali ma anche ragionare sulle  prospettive d’impiego di questo strumento a supporto della competitive intelligence e business intelligence.

A tale proposito il Prof. Maurizio Carboni ha evidenziato come il concetto di intelligence sia troppo spesso ed erroneamente associato unicamente alla realtà dipinta nei film e nei libri e con un’assenza di morale ed etica mentre, più realisticamente, è uno strumento regolamentato, soprattutto da norme legislative che definiscono i comportamenti sia della struttura che degli operatori, finalizzato all’acquisizione informativa da elaborare in fasi successive per le esigenze del decisore finale.

L’interesse che ruota attorno al concetto di intelligence, ed al comparto professionale che vi ricorre, sia in contesto istituzionale che privato, è sovente motivato da pregiudizi oppure da curiosità innescate da scarsa conoscenza, che, in quest’ultimo caso, tende inevitabilmente ad alimentare una percezione inesatta del fenomeno.

Per consuetudine inoltre l’intelligence è stata confinata in una dimensione d’ombra nella quale poter tutelare la propria entità anche se, negli ultimi anni, vi è stata una progressiva crescita di dibattiti, studi interpretativi e valutativi, processi disciplinanti, corsi universitari e specialistici che hanno contribuito a renderne l’interpretazione di questo comparto un po’ meno complessa per il pubblico e, nel contempo, più veritiera, mentre gli strumenti con i quali si esplica hanno doverosamente conservato la riservatezza cautelativa.

Questo processo, anche a seguito dei riconoscimenti sulla sua efficacia e modernità ha portato ad una trasmigrazione  dell’intelligence dall’alveo esclusivamente istituzionale, nel quale è rimasta relegata per decenni, a quello privato, che ne ha saputo cogliere l’essenzialità specialmente nel settori della competitive intelligence e business intelligence, che rappresentano due elementi fondamentali per il buon conseguimento di un obiettivo aziendale.

Se da una parte, infatti, il mondo istituzionale mantiene comprensibilmente riservato il comparto dell’intelligence, dall’altra nel settore privato tale strumento ha acquisito sempre più spazio di manovra ed autonomia, confermandosi ai vertici degli interessi aziendali, sebbene in Italia tale tendenza sia contraddistinta da un’ascesa più contenuta.

L’Osservatorio ringrazia sia il Professor Carboni per il suo costante, partecipato e costruttivo contributo alle attività dell’Istituto e al dibattito nell’ambito delle tematiche dell’intelligence e della sicurezza sia i partecipanti all’evento che, con la loro presenza ed interesse, hanno ulteriormente contribuito alla crescita della rete di conoscenza e confronto tra esperti del settore.

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